In the last few decades, the intrisically interdisciplinary problem of the celebration of Venice, of its myth and of its peculiar republicanism, has been investigated from various and fruitful perspectives. In the progressive definition of processional orders and iconographic programs, of musical repertoires and urbanistic canons, of encomiastic stylistic features and official historiographical narratives, a solid tradition of studies has seen the emergence of a complex celebratory system characterized by a strong performative efficacy and aiming to perpetuate, through its celebration, a peculiar image of republican sovereignty. Moving from these considerations, scholars have turned their attention with increasing conviction from politics tout court to its public celebration or, in spatial terms, from institutional spaces – such as the Palazzo Ducale – to social and ceremonial spaces such as Piazza San Marco and the Piazzetta, the Broglio and Rialto, the Venetian basilicas and the Marzarie –. More recently, this growing attention paid to the piazza, the city and, consequently, to its populus has enabled us to identify the audience of this celebratory system, its physical and political spaces and, finally, to question the role that the Venetian urban population may have played in the celebration of republican power and in its contestation.
Intrinsecamente multidisciplinare, il problema della celebrazione di Venezia, del suo mito e del suo peculiare repubblicanesimo è stato affrontato, nelle ultime decadi, da molteplici e proficue e angolazioni. Nel progressivo definirsi di ordini processionali e programmi iconografici, di repertori musicali e canoni urbanistici, di stilemi encomiastici e storiografie ufficiali, una consolidata tradizione di studi ha saputo ravvisare l’affermarsi di un complesso sistema celebrativo connotato da una spiccata efficacia performativa, funzionale alla perpetuazione – attraverso la sua esaltazione – di una ben determinata immagine di sovranità e di ordine repubblicano. Sulla scorta di queste riflessioni, lo sguardo degli studiosi si è spostato con sempre maggiore decisione dal momento politico tout court alla sua pubblica celebrazione o, ancora, dallo spazio istituzionale di Palazzo ducale agli spazi sociali e cerimoniali costituiti da Piazza San Marco e dalla Piazzetta, dal Broglio e da Rialto, dalle basiliche cittadine e dalle Marzarie. Nei suoi ultimi esiti la crescente attenzione rivolta alla piazza, alla città e – di conseguenza – al suo populus ha permesso di identificare i destinatari di tale sistema celebrativo, di definire gli spazi – fisici e politici – ad essi riservati e, infine, di interrogarsi sul ruolo ricoperto dalla popolazione urbana nella celebrazione del potere repubblicano o, ancora, nella sua contestazione.